Chi fa teatro mette in gioco (o scopre addirittura) delle parti di sé, di quell'anima che Verlaine definiva “un nodo ritmico”.
Ecco allora: ne rinviene i ritmi nascosti, potenziali e dimenticati. E li sperimenta, li suona. Anzi li canta.
Questo percorso e questa esperienza viene fatta attraverso la propria totalità psicofisica: non ci sono strumenti esterni sui quali trasferire le emozioni, ma si tratta appunto di un'esperienza totale, con la mente ed il cuore, il corpo e l'immaginazione.
Un'avventura che attiva un profondo confronto con sé stessi e con i propri compagni di percorso. Il nostro lavoro, a questo punto, è semplice e profondo, delicato e prezioso, perché di cose preziose si occupa: le persone. Noi lavoriamo per portare alla luce le loro possibilità creative, per trasformare i loro limiti in opportunità. Lavoriamo per rinvenire la vena dell'oro che si celava dentro la roccia, magari per timidezza, paura, rifiuto, o qualche antica ferita.
C'è una vecchia storia che racconta di due amici. Uno si lamenta con l'altro della propria triste condizione di indigenza: tutto gli va male, ha persino una cosa lì, nella veste, che gli ferisce il petto, eppure è l'unica che possiede. Oh, come si sente disgraziato, dice! Allora l'amico prende un temperino e gli scuce un lembo della veste. E tira fuori quella cosa che lo martoriava: un magnifico gioiello che lui aveva sempre posseduto! Era sempre stato ricco e non lo sapeva, anzi se ne lamentava
Ecco, noi siamo quell'amico. L'amico che scuce delicatamente il vestito e che ti aiuta nella scoperta di quello che c'era e c'è sempre stato: il tesoro. Il tuo.
Ma abbiamo bisogno di un temperino.
Prendiamo allora in prestito quello di un altro amico. Un amico molto bravo: Italo Calvino. Lui diceva: “Io lavoro con due cose: il pane del metodo e la marmellata della fantasia”.
Ecco: noi forniamo il pane (il percorso, il metodo) perché ognuno possa spalmarvi la propria “marmellata”, la propria fantasia (talento, umanità, energia, spirito o as you like it), che renderanno quel panino unico ed inimitabile.
All’entrata della nostra scuola c’è una scritta:
“Questa via ha un cuore? Se lo ha, la via è buona. Se non lo ha, non serve a niente”.
Siamo adolescenti, abbiamo bisogno di nutrirci. Così, diamo un morso al nostro panino e, allegramente, ci incamminiamo...
Massimo Malucelli
Direttore Artistico CPA